ST-2422
Venere si asciuga uscita dal bagno con Cupido. Bellissimo bulino databile tra il 1510 ed il 1520. Misura cm 19,7 x 16,6. E' una copia della Venere che esce dal bagno di Marcantonio Raimondi da Raffaello, con l'aggiunta del paesaggio sullo sfondo e del monogramma di Albrecht Durer. Bartsch, come è noto, la accorpa alle incisioni del Raimondi, dichiarando che probabilmente è stata incisa da Agostino Musi, detto il Veneziano. Sicuramente è opera della bottega del Raimondi e credo che questa incisione nasconda una velata presa in giro nei confronti di Albrecht Durer. Infatti il Raimondi fu in rapporti conflittuali col Maestro di Norimberga in quanto usava il monogramma di Durer per incidere copie al bulino delle sue xilografie. Per questo mi sembra palese l'intento goliardico di incidere lo stesso monogramma su una copia da Raimondi, delicatamente decorata con un bel paesaggio fiammingo sullo sfondo, come usava fare il Durer stesso. In questo modo, l'accusa di plagio non poteva esistere (Bartsch XIV.224.297 Copia D). La stampa è in buone condizioni, rifilata al margine dell'illustrazione, stampata su carta vergata con filigrana indistinguibile. Incisa probabilmente da Agostino Musi detto il Veneziano nel 1515 circa da un'opera del suo maestro Marcantonio Raimondi da un'opera di Raffaello. In basso a destra il monogramma di Albrecht Durer. Agostino Musi (o De Musi) detto il Veneziano. Nacque in Veneto, forse a Venezia, intorno al 1490, periodo fissato approssimativamente dagli studiosi in base alle date più antiche incise su alcune stampe. le poche fonti antiche che si sono occupate dell'incisore lo nominano solo come allievo di Marcantonio Raimondi (Baldinucci), o sono contraddittorie e poco attendibili (Vasari); inoltre l'assenza di documenti non ha permesso neppure di definire con precisione l'esatta dizione del cognome, riportato in diversi modi dai vari studiosi. Fino al 1515 rimase nel Veneto, forse a Venezia, dove ricevette la sua prima formazione artistica, prendendo come modello G. Campagnola e A. Durer. Sempre nel 1515 andò a Firenze dove venne in rapporto con Andrea del Sarto, che lo incaricò di riprodurre una Pietà dipinta per il re di Francia. Breve deve essere stato il soggiorno fiorentino, forse solo una tappa di un viaggio intrapreso verso Roma, dove entrò in rapporto con Marcantonio Raimondi, divenendone, insieme a Marco Dente. uno dei principali allievi e poi collaboratori nella "ditta" Raimondi, la prima vera e propria impresa artistico-commerciale impegnata nella riproduzione di soggetti raffaelleschi. Ad un periodo, fino al 1520, di intensa attività della bottega di Marcantonio seguirono probabilmente anni più difficili dovuti alla morte di Raffaello nel 1520 e all'imprigionamento dello stesso Raimondi intorno al 1523-24 per aver inciso alcuni soggetti lascivi.
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